Li conoscete senz’altro e, quando li incontrate, saprete certamente interpretarli. Consultando, in caso di dubbio, un provvidenziale prontuario. Parliamo dei segnali marittimi, che consentono di navigare giorno e notte alla larga da pericoli, individuando la costa e altri punti notevoli. Poi, certo, la navigazione digitale mette al sicuro dalle incertezze, ma anche il GPS può sbagliare… Vista la loro importanza, quindi, e a costo di apparire pedanti, vale la pena di farne un veloce ripasso. Così, tanto per rinfrescare nozioni a volte date per scontate ma fondamentali.
I segnali marittimi sono classificabili in quattro tipi: ottici diurni, ottici notturni, acustici e radioelettrici. Qui ci occuperemo di quelli ottici, partendo da quelli diurni, che possono essere fissi come i dromi e le mede o galleggianti come le boe e i gavitelli. Considerata la loro imponenza e riconoscibilità, anche i fari possono essere catalogati tra gli indicatori diurni, per quanto propriamente appartengano alla categoria dei segnali notturni insieme a fanali, aerofari, aerofanali, battelli fanale e boe luminose.
Segnali diurni
Tornando ai segnali diurni, sia quelli fissi sia quelli galleggianti sono codificati dall’organizzazione internazionale IALA (International Association of Lighthouse Authorities), che ne regola il significato in modo che siano leggibili universalmente in qualunque parte del globo ci si troviamo a veleggiare. Condividono tutti la funzione di rendere sicura la navigazione segnalando le zone di pericolo e quelle di transito sicuro. Sempre il sistema IALA li raggruppa in cinque categorie: segnali laterali, segnali cardinali, segnali di pericolo isolato, segnali di acque sicure e segnali speciali.
Partiremo dai segnali laterali, che indicano le entrate e le uscite dei porti e dei canali e delimitano i canali navigabili. Possono essere collocati su mede, boe o pilastri e si distinguono per il colore (rosso o verde per l’ingresso di porti e canali e a fasce dei due colori per i canali principali) e per la forma del miraglio. Sono a loro volta suddivisi in altri due gruppi: quelli del sistema A, valido per l’Europa, l’Africa, l’Australia e l’Asia continentale, e quelli del sistema B, valido per Americhe, la Corea e le Filippine. Limitandoci all’area A (e ricordando che in area B basterà invertire le indicazioni) quando incontreremo un segnale di colore rosso (e con fanale rosso di notte) sapremo di dover lasciare libera la rotta a sinistra, e quindi passare sulla dritta dello stesso per evitare un ostacolo o per seguire il tracciato di un canale navigabile. Se invece troviamo quello stesso segnale ma di colore (o luce) verde, dovremo passare sulla sinistra, lasciando il segnale a dritta. Nel caso dei canali, il segnale di sinistra sarà rosso con una fascia orizzontale verde, mentre quello di destra sarà verde con una fascia orizzontale rossa. Di notte la luce sarà lampeggiante, rossa a gruppi compositi di lampi 2+1 per la sinistra, verde e sempre a gruppi di lampi per la destra. Per quanto riguarda la forma, sia i segnali dei porti sia quelli dei canali possono avere un miraglio sulla sommità. In quelli di sinistra sarà di forma cilindrica, in quelli di destra avrà invece una forma conica.
Come si può intuire dal nome, i segnali cardinali indicano la presenza di un pericolo e la necessità quindi di passare a Nord, Sud, Ovest o Est del segnale stesso per evitarlo.
Questi segnali sono caratterizzati sia dai colori sia dalla forma. Quello che suggerisce il passaggio a Nord avrà la base nera e la parte superiore gialla, con 2 coni sulla sommità dai vertici rivolti verso l’alto. Il passaggio a Sud avrà al contrario la base gialla con parte superiore nera e i 2 coni dai vertici rivolti in basso. Si dovrà passare a Est rispetto a un segnale nero con banda orizzontale gialla e i 2 coni con i vertici opposti. Un segnale giallo con banda orizzontale nera e i 2 coni convergenti indica invece un passaggio a Ovest. Di notte, questi stessi segnali sono identificabili grazie alla luce: lampeggiante continua nel caso del Nord, lampeggiante a gruppi di 3 seguita da una luce lampeggiante lunga e una eclisse per il Sud, lampeggiante a gruppi di 3 più una eclisse per l’Est e lampeggiante a gruppi di 9 più eclisse per l’Ovest.
Passando ai pericoli isolati come secche, scogli, lavori temporanei o comunque zone da evitare di estensione limitata, vengono tutti indicati da una boa generalmente dalla forma a fuso o ad asta. Sarà nera con una o più fasce rosse mentre il miraglio sarà composto da 2 sfere nere sovrapposte. Di notte la luce sarà lampeggiante a gruppi di 2.
Vicino a zone di atterraggio o al centro di canali si può navigare tranquillamente. Le acque sicure sono segnalate da una boa di tipo sferico, a fuso o ad asta, a strisce verticali bianche e rosse e con una sfera rossa per miraglio. Di notte la luce apparirà di colore bianco, con un solo lampo di 10 secondi oppure con uno breve seguito da uno lungo (la lettera A dell’alfabeto Morse). Se trovate boe o mede gialle con miraglio a X dello stesso colore (e, di notte, con luce gialla) siete davanti a segnali speciali che indicano la presenza in cavi sottomarini, oleodotti, zone di lavoro, di esercitazione o altro, dalle aree militari a quelle marine protette (i dettagli sono specificati sulle carte nautiche). Un ultimo segnale possibile è quello che indica un relitto affondato e pericoloso per la navigazione. Si presenta come una boa a fuso o ad asta a strisce verticali blu e gialle con un eventuale miraglio a croce gialla e luce notturna bicolore blu/gialla alternata con periodo di 3 secondi.
Segnali notturni
Tra i segnali luminosi rientrano i fari, i fanali, gli aerofari, gli aerofanali e i battelli fanale. A prescindere dalla categoria cui appartengono, i segnalamenti luminosi si distinguono per le loro caratteristiche, cioè per la tipologia e la sequenza di luce che emettono. Li si potrà quindi riconoscere sulla base del tipo di luce (cicli di lampi ed eclissi, ossia intervalli di buio), il colore della stessa e il periodo, cioè l’intervallo di tempo, in secondi, che intercorre tra più cicli identici di luce ed eclissi. Talvolta i segnali luminosi non sono visibili su tutto l’orizzonte, perché occultati da ostacoli naturali o perché oscurati artificialmente. Altre volte possono avere settori di luce di diverso colore. Sono comunque indicati sulle carte nautiche.
Riconoscibili anche di giorno per l’imponenza della struttura di base, i fari sono i segnali luminosi più evidenti e leggibili, noti anche ai profani e facilmente distinguibili. Costruiti nella posizione più elevata possibile rispetto alla costa per essere visti anche da molto lontano, consentono di riconoscere il tratto di costa e facilitano l’atterraggio notturno. Hanno luci di portata superiore alle 15 miglia nautiche solitamente bianche e con fascio orizzontale. Oltre a segnalarne la presenza, le carte nautiche ne indicano anche l’altezza di posizionamento e le caratteristiche luminose (tipo di luce, periodo e portata nominale, ossia la luminosità che avrebbe in condizioni standard, con visibilità di almeno 10 miglia). Passando ai fanali, hanno luci visibili solo a distanze inferiori alle 10 miglia che possono essere montate su piccole costruzioni o tralicci oppure, come nel caso dei segnali diurni trattati sopra, su mede (costruzioni allungate fisse sul fondo) o su boe (tondeggianti e galleggianti ancorate sul fondo).
Bandiere nautiche
Concludiamo questo veloce (e speriamo utile) ripasso con una nota sul sistema di comunicazione attraverso le bandiere alfanumeriche. Senza riportare qui il significato di ciascuna bandiera e delle loro combinazioni, che potrete recuperare con facilità su una comunissima tabella online, ricorderemo che sulla base del Codice Internazionale consentono di inviare segnali o interi messaggi per comunicare con altre imbarcazioni. Assimilabili a un alfabeto, potrebbero in teoria essere usate anche per comporre delle vere e proprie frasi, ma nella pratica il loro uso è limitato a segnalazioni in codice di una o due lettere. Vengono issate verticalmente a gruppi di quattro e lette dall’alto verso il basso.