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Vivere in barca a vela o seconda casa al mare?

Vivere in barca a vela mi evoca un ricordo lontano, molto lontano di oltre cinquanta, forse sessanta anni fa, insolito per la location e il periodo storico dell’inizio degli anni sessanta.
Non ho mai saputo chi fosse e come si chiamasse l’inquilino di una bellissima barca a vela, grande e di legno, ormeggiata nell’affascinante porticciolo di Grignano dietro il parco e il castello di Miramare. All’inglese sul molo dove ora sono appennellate una decina di barche c’era solo la sua e proprio accanto, sullo stesso molo, era posteggiata la sua automobile. Era stato il barista del ristorante di fronte a confidarmi “vive a bordo“. Che invidia!
Molti anni dopo ho conosciuto Bob, un ingegnere californiano che girava il Mediterraneo con “Black Fox “, letteralmente “Volpe Nera” in realtà il nome della barca evocava Uffa Fox il famoso progettista inglese autore dello sloop-casa di Bob. Ogni anno l’ingegnere californiano risaliva l’Adriatico e svernava all’ormeggio più interno della Regione, sull’Aussa a Cervignano del Friuli.
Due casi, molto diversi ma con la medesima finalità: vivere in barca a vela sempre.

Una barca come una residenza principale o secondaria

I famosi barconi sulla Senna e sul Tamigi o lungo i canali olandesi sono case galleggianti ma che difficilmente navigano, mentre destinare una imbarcazione a casa per le vacanze può essere una soluzione molto “Smart” per chi ama il mare e desidera esplorare il mondo.
Senza esagerare, poiché il mondo è molto grande, facciamo un esempio più alla portata nostra, un esempio italico. Se acquisto una casa, per quanto bella e in un posto splendido, e non sono Paperon de Paperoni, per tutto il resto della mia vita trascorrerò le mie vacanze nel medesimo posto, sotto il medesimo ombrellone, con il solito vicino e passeggerò nello stesso identico viale fermandomi davanti alle vetrine degli stessi negozi. Che noia.
Facciamo un balzo più ampio e immaginiamo che sposterò la barca ogni due o tre anni perché vorrò trascorrere le vacanze nel Golfo dei Poeti, all’Elba e al Giglio, lungo la Costiera Amalfitana e le isole Flegree, nelle Eolie e intorno alla Sicilia e poi …..espatriare? Verso la Spagna o verso la Grecia, verso la Croazia o trascorso un periodo al Gargano risalire e passare, anzi avere una casa, per qualche anno a Venezia? Molto stimolante!

Con quale barca surrogare la casa al mare

Certamente con una barca a vela e poi vedremo con che tipo di vela. Se resto in zona per un paio di anni mi godo il paesaggio con calma, senza ansie e con il massimo risparmio di spese per il carburante. Si abbassano anche i costi di manutenzione per la dimensione contenuta del motore richiesto da una barca “eolica“ rispetto ai rombanti pistoni. Infine sono più rispettoso della natura e in certe aree protette mi sarà più facile accedere e avvicinarmi con il solo alito del vento piuttosto che con fumanti tubi di scappamento.
Ovviamente dovrò scegliere tra un monoscafo oppure un catamarano. Con un programma di questo tipo io non avrei alcun dubbio: un Bali 4.1 o un Bali Catspace per me e per mia moglie sarebbero la casa al mare ideale. Può fare la differenza chi, concedendosi più occasioni di andare al mare, ad esempio nei week end, vuole anche cimentarsi regatando nelle diverse zone d’Italia e allora cercherà uno sloop comodo e veloce come può essere il nuovo Elan GT 6 o, se proprio vuole anche portar via ogni volta una coppa, sempre dell’Elan ecco il filante E5.
Non ci sono limiti alla fantasia e, a conti fatti, non ci sarà una grande differenza d’investimento che può diventare anche redditizio se bilanciato con un charter management (come affittare la casa vacanza quando non la si usa), ma questo richiede una trattazione a parte cui penso di aver già accennato in un altro mio intervento.

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