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Barca a vela usata in vendita: cosa controllare prima dell’acquisto

Prima di entrare nei dettagli dell’acquisto bisogna rispondere alla fondamentale domanda: perché una barca usata?
Perché si desidera possedere una barca a vela e non si ha la possibilità economica di acquistarne una nuova. Oppure si sta cercando un preciso modello di imbarcazione e per determinate caratteristiche si cerca la barca a vela usata in vendita ideale per i propri progetti futuri.
Un distinguo nodale fa la differenza tra chi cerca una barca a vela usata per la prima volta e chi invece è un habitué del settore.
Ed è quindi all’armatore novizio che rivolgeremo per primo la nostra attenzione quando deciderà di accaparrarsi l’affare per realizzare il suo sogno e avere finalmente una barca a vela tutta sua.

La mia prima barca a vela usata in vendita

Per quanto possa aver già navigato come ospite di amici possessori di barche a vela, anche se vantassi un passato intenso di corsi di vela o perfino un curriculum di regatante agonista con derive o cabinati, quando mi presenterò in veste di acquirente della mia futura barca a vela usata, dovrò avere la capacità di cancellare tutte le mie capacità pregresse e, con una manciata di umiltà, farmi aiutare.
Ci sono due opzioni di aiuto che possono anche sovrapporsi se l’acquisto dovesse avere una certa importanza. Il primo aiuto può essere quello di utilizzare un intermediario professionale, quello che molti chiamano “broker“ e che io preferisco definire “mediatore marittimo“ regolarmente iscritto negli albi professionali delle Camere di Commercio. In un’altra occasione analizzeremo a fondo le differenze tra le diverse figure professionali (se sei interessato a questa tematica, leggi anche “Come vendere una barca usata: Mediatore o Mandatario o chi si fa chiamare Broker?”). Per ora accontentiamoci di sapere che esistono quelli abilitati che sono diversi da tutti gli altri. Infine sveliamo che una barca di una “certa importanza“ significa dai 50mila euro in su, per cui non tralascerei mai di farmi assistere da un perito navale che mi documenti e mi dettagli lo stato effettivo della barca a vela che sto per acquistare.
Diffidate dell’amico esperto, la sua gentilezza nei vostri confronti mescolata all’impulso di far valere la sua presunta esperienza servirà solamente a incasinare la trattativa. I mestieri e le professioni non s’inventano.

Per convenienza o scelta, acquisto da solo una barca a vela usata

La regola imprescindibile impone che la barca si acquisti sempre fuori dall’acqua. Non per niente la parte immersa si chiama “opera viva“ all’opposto dell’opera morta che comprende tutto ciò che emerge.
Il perito, chiamato per valutare, per prima cosa avrebbe mirato l’allineamento del timone con la chiglia e poi, avvicinandosi alla parte anteriore della “pinna“ avrebbe analizzato se c’erano quelle tracce di incontro con il “pesce scoglio”, che potrebbero aver causato danni all’attacco della chiglia con lo scafo. Già che ci siete e se c’è, una scrollatina all’asse dell’elica per controllare che non “balli” chiedendovi di dover presto cambiare la “boccola”.
Non sottovalutiamo inoltre un’attenta analisi della carena: e cioè le stratificazioni o meno delle antivegetative, le misurazioni dell’umidità, l’esame di eventuali bolle, richiederà un capitolo a parte molto più dettagliato.
Se generalmente ci si limita alla verifica del materiale di costruzione più diffuso che è la vetroresina, possiamo trovarci di fronte anche a barche a vela costruite con il fasciame di legno pieno, di compensato a strati, oppure di alluminio, di ferro e mi sono anche imbattuto in barche a vela in ferro-cemento.
Ma non finisce qui.

Le attrezzature da controllare su una barca a vela usata

Il vero motore della barca a vela è il “rigging”, inteso in senso lato, che noi traduciamo in “armamento” e cioè albero completo di crocette, boma, stralli, sartie, l’ammaniglio, ma anche le drizze, le scotte, i terzaroli, nonché le vele che sono i veri propulsori e a scendere in coperta verificare i winch e gli stopper, compreso il rollafiocco e quant’altro che forse ho tralasciato.
Il motore, che stia dentro la barca o appeso a poppa, in una barca a vela, viene sempre definito “ausiliario” e quindi verrà verificato sia per accensione, marcia avanti e marcia indietro, ma anche per un giro di prova e bisognerà ovviamente drizzare tutte le vele, controllando lo stato delle stesse e il funzionamento delle pulegge in testa d’albero nonché lo scorrere dei carrelli sull’albero e la forza del girafiocco per aprire e chiudere il genoa.
Saltando di palo in frasca: un’occhiata allo stato di conservazione dei prigionieri della chiglia non guasta mai e raccomando sempre di verificare lo stato di usura delle lande e degli arridatoi.

Quanto durano i controlli di una barca a vela usata

Molto di più di una qualsiasi altra barca a motore ad esempio, poiché oltre ai dettagli interni uguali in tutti i natanti dalla più piccola alla più grande imbarcazione la barca a vela ha un motore principale più complicato e più importante di quello ausiliario.
Tutte le manovre non vanno soltanto viste, ma vanno toccate o addirittura accarezzate, come avviene per le sartie. Si usa infatti far scorrere lentamente la mano lungo ciascuna sartia, fin dove è possibile, per cogliere eventuali segnali dentro il palmo della mano che segnalano un trefolo d’acciaio che si è rotto e che perciò esce dall’intreccio.
Ho visto eseguire da un perito molto attento un particolare esame con la pianta del suo piede scalzo o comunque senza scarpe. Egli strisciava la pianta del suo piede sulla coperta, restando molto vicino alla falchetta e in prossimità delle lande. Mi ha poi erudito e confidato che quello è l’unico modo per cogliere se le lande, nonostante siano agganciate alle ordinate principali, sotto lo sforzo delle sartie, avessero rialzato, anche soltanto un po’, la coperta.


Quindi la barca a vela usata va attentamente esaminata in tutte le sue parti.

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