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Barca a vela per principianti: quale scegliere?

Per poter scegliere la barca a vela più adatta alle proprie esigenze, è fondamentale che il principiante si schiarisca prima le idee, meglio se in compagnia.
Se infatti sa già che la barca verrà usata insieme a un’altra persona (o a più persone, perché no), ha l’obbligo di verificare che la barca prescelta vada bene a entrambi.
Se vogliamo cimentarci nella scelta di una barca a vela per principianti, il “principiamento” (orribile ma efficace parola) impone che ci sia l’investimento di una settimana di “quasi” vacanza. Dico “quasi” perché saranno 7 giorni di duro lavoro e grande concentrazione, ma che permetteranno di portare a termine con successo la missione di scegliere la barca giusta.

Per me esistono solo due opzioni valide alle quali rivolgersi: la scuola di vela Les Glénans o il Centro Velico Caprera. Su internet trovate tutto su queste due eccellenze, e io vi assicuro che, dopo soli 7 giorni, navigando su piccole derive, con il sedere a pochi centimetri dall’acqua, assistendo alle lezioni di meteo, alla pratica di nodi, alla descrizione delle manovre e alle raccomandazioni per la sicurezza in mare, o diventate entrambi dei perfetti marinai o cercate un’altra attività condivisa oppure vi separate definitivamente.

Il principiante è in grado di scegliere la sua barca a vela

La scelta della prima barca a vela per principianti passa necessariamente per la valutazione dei seguenti parametri, fra i quali l’aspirante armatore deve districarsi e sui quali deve trovare una risposta certa (prima fra sé e sé e poi con eventuali altre persone): il budget, la lunghezza, l’uso prevalente, se comprarla nuova o usata e l’ormeggio da affittare.

Vi do una notizia sconfortante: qualunque sia la prima barca che acquisterete, sarà senz’altro quella sbagliata. Questo poiché la scelta sarà stata influenzata da uno dei paletti sopra elencati, senza però aver ancora maturato una vera consapevolezza circa il parametro più importante fra tutti loro: e cioè l’uso prevalente che sarà fatto della barca, se verrà usata da soli, in compagnia o in famiglia.

Questa inclinazione, chiamiamola aspirazione o destinazione, matura attraverso l’uso che si farà, nei primi due o tre anni, della propria prima barca a vela. Sommariamente le destinazioni d’uso si riducono a tre sostanziali modi diversi di vivere una barca a vela.
Forse emergerà la competitività del regatante, forse prevarrà la passione del navigatore che desidera scoprire nuove coste, oppure diventerà la “casa“ galleggiante per le vacanze famigliari.

Il principiante accorto ha scelto la sua prima barca a vela

Per scegliere la prima barca a vela per principianti diportisti si potrebbe redigere un intero “vademecum” in grado di venirvi in aiuto. Ma siccome qui non abbiamo abbastanza spazio per esplorare tutte le indicazioni del caso, vi rimando al mio libro Mi compro la barca, in cui vi racconto tutto quello che bisogna sapere per diventare un vero lupo di mare.

Qui mi limiterò a darvi qualche informazione davvero fondamentale. Come per esempio la scelta del “brand” del cantiere al quale rivolgervi: affidatevi solo a marchi di produzione che siano noti e abbiano un vissuto di almeno cinquant’anni.

Per quanto riguarda la scelta della lunghezza della barca, una strategia azzeccata è quella di rimanere sotto i 10 metri, ossia il limite entro il quale le barche rientrano nella categoria “natanti”. Così facendo potete godere di alcuni vantaggi. Infatti i natanti vengono condotti senza l’obbligo di patente e non comportano le verifiche periodiche.
Unendo quindi la notorietà del cantiere alle facilitazioni burocratiche date dalla categoria “natante”, quando verrà il momento di cambiare la vostra prima barca sarà senz’altro più facile trovare degli acquirenti.

La tipologia crociera/regata, con una lunghezza di 10-15 metri, consente invece di fare comode vacanze e anche di cimentarsi in regate organizzate dal circolo nautico della vostra zona.
Il noto progettista Rob Humphreys, nel presentare le imbarcazioni da lui disegnate per il Cantiere Elan, afferma sempre che i suoi calcoli mirano ad ottenere una carena al 60% da crociera e al 60% da regata. Soddisfando così l’ambizione lodevole di avere sulla medesima barca a vela due plus, contenuti ma qualificanti.
E ciò vale sia per l’acquisto di una barca nuova o, con le precauzioni del caso, per una barca a vela usata.

Per concludere: quand’è che l’armatore cessa di essere principiante in una barca a vela?

Per apprendere la tecnica di conduzione di una barca a vela bastano sette giorni, per sapere invece tutto e quindi raggiungere la perfetta capacità di gestire in ogni circostanza una barca a vela, vi garantisco che non basta una vita.
Ecco che la prima barca a vela posseduta diventa il vero laboratorio di ricerca pratica e le percentuali, apparentemente assurde, evocate dal mio amico Rob, diventano le palestre per rinforzare la capacità di saper fare lo skipper, il navigatore e l’attento armatore.
Quando poi deciderete di acquistare la vostra seconda barca, conserverete comunque il ricordo nostalgico del “primo amore”, ma percepirete che questa nuova scelta è maturata con la consapevolezza di avere risolto finalmente tutti i parametri che la prima volta vi avevano tormentato.
C’è chi deciderà per il 70% e il 30% oppure viceversa, e chi, come me, resta fedele al 60% più il 60%.

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