Tipologie, materiali e dimensioni cambiano così come le nostre esigenze. Ecco qualche indicazione per capire le differenze tra i modelli e decidere su quale puntare per la nostra barca
Che lo si usi per raggiungere la terraferma, per scoprire le calette più nascoste o raggiungere gli amici su un’altra barca, il tender è un alleato fondamentale per chi va per mare. Paragonabile allo scooter nel caso di una vacanza a terra, consente una libertà di movimento alla quale è difficile rinunciare, una volta sperimentata. Ma la sua scelta non è altrettanto scontata. Così come gli impieghi sono diversi, diversi sono anche i parametri di selezione.
In gioco ci sono più tipologie, materiali e dimensioni, tutto sta nel capire quali sono le nostre esigenze e quali le nostre disponibilità: di trasporto, manutenzione e deposito. Se per esempio desideriamo imbarcare più persone così come servirci del tender per fare rifornimento per la cambusa dovremo poter contare non solo su dimensioni maggiori ma anche su una migliore affidabilità sull’acqua. A patto, ovviamente, che la nostra barca sia in grado di accoglierlo, grazie a gruette o a cockpit arch, e che il battello di servizio abbia un peso proporzionato anche alle nostre capacità di sollevamento e manovra.
Le diverse tipologie di tender
A seconda dello spazio a disposizione e al tipo di prestazione desiderata, possiamo puntare su diversi tipi di battelli di servizio. Che in linea di massima vanno divisi in due grandi gruppi: i tender avvolgibili e i tender rigidi.
Gli avvolgibili: conosciamoli meglio
Come facilmente intuibile, quando scegliamo un tender avvolgibile potremo contare sul vantaggio di poterlo ripiegare, riponendolo così in minore spazio rispetto a quando trattiamo con un più impegnativo tender rigido. Non tutti gli avvolgibili sono uguali, pero! Anche questa tipologia ha le sue distinzioni interne, che riguardano sostanzialmente la composizione del fondo.
Fondo gonfiabile
In questo tipo di battello anche la parte inferiore è gonfiabile. Leggero e pratico, ha il grande vantaggio di essere leggero e di poter essere riposto anche in spazi ridotti. Una volta sgonfiato e arrotolato potremo chiuderlo in un gavone o, per trasportarlo, metterlo nel bagagliaio dell’automobile. Facile da sollevare appunto perché di peso contenuto, per questo stesso motivo questo tender presenta lo svantaggio di essere poco manovrabile, di possedere una stabilità limitata e di risultare piuttosto delicato.
Sottocategoria dei tender a fondo gonfiabile sono quelli dotati di un tubolare gonfiabile centrale, il paramezzale, che funge da chiglia. Rispetto ai modelli senza chiglia, questi aggiungono alla leggerezza e alla praticità di stoccaggio anche una buona manovrabilità, pur mantenendo, di contro, una bassa velocità e una scarsa capacità di tenere l’onda.
Pagliolo steccato
Di piccole dimensioni, questi gommoncini hanno dalla loro la possibilità di essere montati e smontati velocemente a fronte di una certa facilità di manovra e stabilità in uso. Di contro, essendo comunque privi di chiglia, non consentono di raggiungere grandi velocità e andranno quindi bene solo per brevi escursioni e spostamenti veloci.
Pagliolo in listelli di alluminio
Il vantaggio di questi tender è di possedere una chiglia e di raggiungere quindi prestazioni paragonabili a quelle di un gommone a chiglia rigida. Più stabili, flessibili e dalle buone prestazioni, sono inevitabilmente più pesanti rispetto alle tipologie analizzate sopra e occupano uno spazio superiore. Li eviteremo quindi se possediamo una piccola imbarcazione, scegliendoli solo se la nostra barca è di medie o grandi dimensioni.
Tender con chiglia rigida
In caso di chiglia rigida si parla di piccole imbarcazioni a tutti gli effetti, capaci di garantire performance sopra la media e comfort di utilizzo. Il fondo potrà essere in vetroresina o in alluminio. Nel caso di una chiglia in vetroresina, potremo montare un motore più potente e percorrere anche distanze più lunghe. Dalla buona velocità, comodità, capacità di carico e sicurezza sull’onda, questo tender avrà sia un peso sia un ingombro importante, quindi è bene sapere come spostarlo e dove riporlo, in navigazione quanto durante l’inverno. Con una chiglia in alluminio riscontreremo gli stessi vantaggi del fondo in vetroresina con il vantaggio, rispetto a questa, di una maggiore leggerezza a parità di dimensioni e quindi una più facile manutenzione.
Tubolari: materiali e forma
Detto del pagliolo, possiamo passare al materiale con cui sono fatti i tubolari, argomento a sua volta di notevole importanza, che dovrà guidarci, per quanto più semplice dato il più ristretto ambito di scelta. Nei tender i tubolari possono infatti essere realizzati in due materiali: il neoprene o il PVC. Il neoprene era considerato un tempo nettamente superiore grazie alla sua resistenza agli effetti dei raggi UV e all’impatto con scogli e fondali, ma ultimamente il PVC si è talmente evoluto che le differenze di prestazione si sono ridotte, a fronte di un prezzo nettamente inferiore di questo secondo materiale. Restando nella già ampia categoria dei tender a due tubolari gonfiabili, altri elementi di cui dovremo tenere conto saranno la forma dello scafo, la distribuzione del peso e il design dei tubolari. Nel caso dello scafo, quello dalla forma a V profonda garantisce una migliore stabilità anche nel caso in cui il mare sia un po’ agitato, mentre in presenza di tubolari più grandi potremo godere di una maggiore stabilità e galleggiabilità.
Stabilità e sicurezza
Per finire, considerate tutte le variabili indicate dovremo tenere conto anche di tutte le diverse dotazioni legate alla sicurezza, tanto più se intendiamo utilizzare il tender per percorrere distanze importanti. Consultando e confrontando le dotazioni indicate sulla scheda tecnica ci assicureremo, tra le altre cose, che possieda una buona stabilità, che sia dotato di una capacità di autosvuotamento e che sia fornito di sistemi di fissaggio in modo da garantirci spostamenti in assoluta tranquillità.